Ho sempre creduto nell’importante ruolo svolto dalla comunità di San Patrignano, luogo modello per il recupero di giovani con problemi di tossicodipendenza. E continuo fermamente a crederci. Eppure in molti, dopo anni di oblio, se ne sono ricordati soltanto adesso, all’alba del 2021 e all’ombra di un docufilm che ne ha riacceso il dibattito. Quella serie, “SanPa”, l’ho guardata anche io, incuriosito dalle polemiche e dall’ufficiale presa di distanza della stessa comunità che ne è protagonista. Può – mi sono chiesto – una produzione nata per appassionare e fidelizzare il pubblico per cinque puntate, alla stregua della Casa di carta o dell’attuale Bridgerton, raccontare i fatti con equilibrio? Oppure rischia inevitabilmente una deriva “noir”, genere fortemente apprezzato dagli appassionati al piccolo e al grande schermo?
La risposta a questa domanda non è tardata ad arrivare. Speravo in un film dedicato alla faraonica opera svolta dalla comunità, ma mi sono ritrovato a guardare la storia di Vincenzo Muccioli, illustrata con poche luci e molte ombre.
Eppure San Patrignano è molto altro. E’ una struttura che nei suoi oltre 40 anni di vita ha sottratto 26mila ragazzi alla tossicodipendenza, inserendoli in una realtà lavorativa, oltre che terapeutica. E’ un grande centro che attualmente conta circa 1000 ospiti e vanta una percentuale di recupero pari al 72%. Fondamentale, inoltre, il lavoro di prevenzione svolto con oltre 50 mila studenti italiani.
Parlare ai giovani per non ritrovarli tra i propri ospiti, mettendoli in guardia sul dramma della dipendenza.
Da padre, mi chiedo spesso se i nostri figli siano adeguatamente protetti da queste insidie, più vicine a loro di quanto noi possiamo credere. E nel contempo mi immedesimo in coloro che si sono ritrovati a percorrere questo tunnel chiamato droga, da cui si esce solo se presi per mano ed accompagnati. “Droga”. A San Patrignano questo termine non viene mai pronunciato, ma si lavora per eliminarlo dalle vite dei residenti. Noi, invece, dovremmo ripeterlo più e più volte, per assicurarci di non dimenticarcene gli effetti nefasti sui nostri figli, e fare di tutto per arginare il problema. Impresa ardua, comprendo, ma da combattere con energie ordinarie e straordinarie. Non lasciamoci distrarre dal sensazionalismo televisivo volto semplicemente ad appassionare il pubblico alla fiction di turno!
A Coriano, in collina, si riscrive la storia di tanti ragazzi e di altrettanti genitori.
A loro, agli operatori, ai dirigenti, al fondatore va la mia stima incondizionata.
Io sto con San Patrignano!