Quante volte in quest’ultimo periodo avete sentito parlare del ddl Zan? Proviamo ad analizzarlo insieme. Abbandoniamo i “si dice”, mettiamo da parte condizionamenti e idee preconcette e proviamo a districarci tra le pieghe di questo disegno di legge che a mio modo di vedere, lungi dal garantire uguaglianza, mette a rischio la libertà di pensiero, la libertà religiosa, la libertà di educazione dei figli e persino la libertà della scienza e dell’insegnamento.

Oggi vi propongo una riflessione sull’art. 1.

“Art. 1. (Definizioni).

Ai fini della presente legge:

  1. a) per sesso si intende il sesso biologico o anagrafico;
  2. b) per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”;

Cosa si intende per “manifestazione esteriore”? Potrebbe essere considerata tale anche la scelta di una donna di indossare, per comodità personale, un paio di pantaloni?

L’identità di genere non è semmai l’esatto opposto, cioè la manifestazione interiore di un sé che non coincide con la propria sessualità biologica?

“ c) per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi”;

Con il termine “attrazione affettiva” si includono anche rapporti come l’amicizia, la colleganza o altro?

“ d) per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dal l’aver concluso un percorso di transizione”.

Capite bene come la formulazione di questa definizione apra il campo alla più totale indeterminatezza. La conclusione del percorso di transizione – attualmente previsto e riconosciuto dall’Ordinamento giuridico italiano – rappresenta infatti garanzia circa la presa di coscienza di una scelta psicologicamente e fisicamente troppo importante per essere lasciata in balia del nulla.

Al contrario, la definizione data dal ddl Zan cancellerebbe l’esistenza delle differenze oggettive tra uomo e donna, spianando la strada ad un’autopercezione individuale per la quale non è richiesta nessuna forma di stabilità.

Oggi in un modo, domani chissà!

Percezioni e manifestazioni di sé che l’Ordinamento giuridico – se venisse approvato il ddl Zan – dovrebbe riconoscere in ogni ambito, determinando un caos sociale senza precedenti e l’insorgenza di inevitabili diseguaglianze (si pensi, ad esempio, alla famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna; al diritto dei bambini ad avere un padre e una madre;  alle azioni positive a favore delle pari opportunità delle donne; alle candidature alle elezioni con riferimento alla quota di genere maschile e femminile; alle competizioni sportive; al sistema carcerario; persino all’utilizzo dei servizi igienici pubblici e aziendali; ecc.).

Accettando questa definizione si istituzionalizza L’IDEOLOGIA DEL GENDER: teoria che nega la dimensione sessuata dell’essere umano, ritenendo che la differenza fra uomo e donna sia solo una costruzione sociale.

Ma a ben guardare, il ddl Zan mira a negare il concetto stesso di identità – di ciò che si è, delle proprie radici, della propria storia personale, di ciò in cui ci si riconosce in maniera profonda, autentica, costante, sostanziale, individuabile all’esterno, imponendo all’organizzazione sociale modelli fluidi in continua e imprevedibile trasformazione, privi di certezze e riferimenti attendibili, che attengono alla libera scelta individuale di ciascuno e alla sua sfera privata.

Quanti e quali sono, ad oggi, le opzioni di “identità” di genere?

Se ne contano circa 70, e sono cresciute di diverse decine nel corso degli anni. Ecco alcuni esempi di definizioni gender:

Agender: persona che non si attribuisce e/o non percepisce un’identità di genere. Sinonimi di questo termine sono “asessuati”, “non-gender” o “neutrois”;

Bigender (o “di genere fluido”): persona che si alterna tra l’identificazione con identità maschile, identità femminile e identità miste;

Female to Male / FTM: persona che è in transizione da femmina a maschio, in termini di genere, sesso o entrambi;

Male to Female / MTF: persona che è in transizione da maschio a femmina, in termini di genere, sesso o entrambi;

Genere non conforme: persone che non è conforme alle aspettative sociali di espressione del proprio presunto genere;

Gender Questioning: persona non sicura della propria identità di genere, o che sta sperimentando identità di genere differenti;

Genderqueer: il termine accomuna tutte quelle persone che non riconoscono la propria identità di genere né come maschile né come femminile;

Intersessuale: persona nata con caratteristiche sessuali che non sono considerate “standard” per maschio o femmina. Tali caratteristiche possono essere i cromosomi sessuali, i genitali esterni o l’apparato riproduttivo interno;

Non binario: termine-ombrello usato per descrivere identità, espressioni e sperimentazioni di genere che non rientrano nel modello binario maschio/femmina;

Pangender: persona la cui identità di genere è costituita da tutte o da molteplici espressioni di genere;

Trans: termine-ombrello utilizzato dalla fine degli anni Cinquanta per definire le identità di genere non cis (transessuali, travestiti, genderqueer e altri);

Transgender: persona la cui identità di genere differisce dalle aspettative sociali legate al sesso biologico assegnato alla nascita;

Trans Uomo: persona trans che si identifica come uomo, ma il cui sesso biologico non è maschile;

Trans Donna: persona trans che si identifica come donna, ma il cui sesso biologico non è femminile;

Transfeminine: persona trans che si identifica come femmina pur avendo sesso biologico maschile, ma che non è necessariamente Trans Donna;

Transmasculine: persona trans che si identifica come maschio pur avendo sesso biologico femminile, ma che non è necessariamente Trans Uomo;

Transessuale: persona che vive una mancata corrispondenza tra il sesso biologico e il genere con cui si identifica. Alcuni transessuali, ma non tutti, si sottopongono a trattamento medico per far corrispondere il sesso con la loro identità;

Two-Spirit: persone LGBT appartenenti alle comunità dei Nativi Americani, indicante le persone che hanno attributi sia di uomini sia di donne (dunque “due spiriti”).

 

Il nostro Ordinamento tutela e contrasta già ogni forma di violenza fisica, verbale o morale. Perché, allora, la Sinistra italiana (PD, LEU, M5S) si ostina tanto ad approvare il ddl Zan?