Oggi vorrei riflettere con voi su una problematica territoriale che da qualche tempo sta condizionando i nostri spostamenti: le restrizioni alla circolazione sui cavalcavia autostradali sequestrati il mese scorso dalla Procura della Repubblica di Barcellona P.G. a causa delle precarie condizioni di sicurezza. Nel milazzese le strutture interessate sono 4, di cui due di fondamentale importanza per la viabilità in entrata ed in uscita dalla città del capo. Mi riferisco al cavalcavia n. 9 “S.P. Olivarella” e al cavalcavia n.10 “Strada Comunale Botteghelle”. In entrambi è stato istituito divieto di transito veicolare con massa a pieno carico superiore alle 3,5 tonnellate e il restringimento della carreggiata con il senso unico alternato nella corsia centrale regolato da impianto semaforico. In altre parole, i mezzi pesanti, ivi compresi gli autobus di linea, in entrata e in uscita da Milazzo, dovranno obbligatoriamente seguire percorsi alternativi.
Questa situazione, seppur necessaria per garantire l’incolumità pubblica, ha creato e crea numerosi disagi:
- L’OSPEDALE FOGLIANI E LA FRAZIONE DI OLIVARELLA NON SONO PIÙ SERVITI DAGLI AUTOBUS DELLA LINEA GIUNTABUS
Gli autobus di linea che collegano Milazzo con Messina, transitando per Olivarella, hanno dovuto cambiare percorso, lasciando letteralmente “a piedi” tantissimi cittadini che ogni giorno usufruivano di questo importante servizio.
Numerosi erano anche gli anziani e i lavoratori che raggiungevano il presidio ospedaliero in autobus, e che adesso dovranno giocoforza ricorrere a soluzioni alternative.
- GLI AUTOTRASPORTATORI SONO SPESSO OBBLIGATI AD ALLUNGARE NOTEVOLMENTE IL PROPRIO PERCORSO
Se è vero che i mezzi pesanti possono liberamente percorrere l’asse viario e la via Madonna del Boschetto per entrare ed uscire dalla città del Capo, è altrettanto vero che spesso il loro percorso diventa lungo e tortuoso. Immaginate che un trasportatore si trovi al centro o in una frazione della Piana e debba raggiungere la vicinissima Barcellona. La strada del mare gli è preclusa per via di un’altra interdizione, quella del ponte che sovrasta il torrente Mela. Analoga cosa per gli altri due percorsi: Botteghelle e Grazia. Allo sfortunato trasportatore non resterà alternativa se non quella di imboccare l’asse viario, e quindi tornare indietro per poi proseguire lungo la Statale, con inevitabile allungamento di tempi e chilometri percorsi.
SICUREZZA O LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE?
Scegliere tra queste alternative non è possibile. La sicurezza è e resta il bene primario. Encomiabile in tal senso la solerzia della Procura della Repubblica di Barcellona P.G. , che con il sequestro dei viadotti ha voluto attenzionare una problematica altrimenti sottovalutata. Ritengo tuttavia che le risposte della burocrazia siano insoddisfacenti. Da uomo delle Istituzioni so bene come la macchina delle competenze, dei finanziamenti e dei lavori pubblici sia farraginosa, ma non riesco a rassegnarmi a questo stato di cose. Il CAS in queste settimane ha eseguito numerose prove di carico su alcuni viadotti, che hanno dato buon esito. Eppure le interdizioni restano.
Non ci servono cure palliative, ma soluzioni definitive. Rafforziamo i nostri ponti dove è necessario; abbattiamoli e demoliamoli dove serve. Interveniamo con costanza e progressione, ma facciamolo! Il rischio è che ci ritroveremo fra uno, due o tre anni nelle medesime condizioni di oggi, assuefatti da una “normalità malata”. Le attese ai semafori ci sembreranno familiari, i percorsi allungati non ci creeranno in apparenza disagio. Eppure questa “insana accettazione” non servirà a limitare i danni. Il nostro tessuto economico è già troppo fragile, i margini di guadagno assottigliati, quelli di spesa ridotti al lumicino.
Sicurezza o libertà di circolazione?
Io scelgo entrambe.