Il primo compleanno non può passare inosservato!
A compiere un anno non è una persona a me vicina, ma un progetto in cui ho creduto sin dal primo giorno: il blog valentinocolosi.it.
Nato per poter comunicare al meglio con tutti voi, con il passare del tempo è diventato un importante strumento di dialogo, luogo virtuale per lo scambio di idee, appuntamento costante, spero gradito, per riflettere sulle tematiche che più ci stanno a cuore.
Come un bambino, che nel primo anno impara a camminare e parlare, anche io l’ho fatto, stimolato dalle vostre domande, dalle critiche, dalle richieste di aiuto. Ogni singolo “pezzo”, ogni spunto, ogni argomento affrontato è stato il frutto di un percorso fatto insieme.
Quanti momenti trascorsi dinnanzi ad una tazza fumante di caffè, con ciascuno di voi!
Sembrerà strano ai più, ma un articolo si comincia a scrivere proprio in quegli istanti, in cui il dialogo, la comprensione, la preoccupazione tra due interlocutori si incrociano e i problemi di uno diventano anche i problemi dell’altro. Se c’è una lezione che ho imparato in questo lungo e intenso anno, è che non c’è niente di più importante dell’ascolto. E che non sempre “mettersi all’ascolto” è un esercizio facile da svolgere. Per me non lo è stato.
Chi ascolta non prevarica.
Chi ascolta impara a rispettare il suo interlocutore, anche se di idee diverse e non per questo cambia le sue.
Per riuscirci è necessario tanto esercizio, una dose abbondante di buona volontà e anche spirito di sacrificio. Il risultato, però, ripaga di ogni fatica e sprona chi lo raggiunge a proseguire.
Alcuni di voi mi hanno chiesto più volte perché abbia deciso di scommettere nella comunicazione. La mia risposta non può non essere che una: perché è l’unica arma che ci rende veramente liberi. La scommessa era e continua a essere ardua: dimostrare agli scettici che ogni strumento che ci mette “in connessione” può avere una valenza positiva, se lo si utilizza con il giusto equilibrio. E soprattutto ricominciare a dare valore ai contenuti, troppo spesso sacrificati sull’altare della povertà di pensiero e di parole.
Le pagine bianche del libro che abbiamo cominciato a scrivere sono ancora tante. A noi il compito di riempirle di innumerevoli contenuti. Daremo spazio ai problemi quotidiani, affronteremo tematiche sociali e politiche, locali e di più ampio respiro. Sorrideremo in alcuni momenti, soffriremo in altri. Ciò che spero è che continueremo a farlo insieme. Forse, anzi sicuramente, non riusciremo a cambiare il mondo, ma avremo quanto meno imparato a percorrere un tratto di strada vicini.